La scienza dei superstiziosi

 

 

È dalla notte dei tempi che l’uomo guarda con timore e stupore le varie scoperte, e gli uomini da cui vengon partorite con occhi di stima, odio, disprezzo ed ammirazione.

Solitamente questo sentimento di paura che viene nutrito dall’uomo medio è riassumibile nella propria impossibilità di comprendere pienamente gli sviluppi scientifici, dall’incapacità di prevedere le conseguenze pratiche ma soprattutto morali, dalla consapevolezza che l’individuo è ben poca cosa rispetto ad un’invenzione dalla portata gigantesca e dall’interferenza che spesso vengon considerate negative sulla natura. Alla paura, che già con la scoperta del fuoco era presente nell’homo sapiens, col tempo e con l’aumentare dell’arroganza degli uomini, ai timori di base si è accostata una figura che avrebbe ostacolato la scienza, e gli uomini di cultura in genere per tutto il Medioevo  che incredibilmente ancora nel XXI secolo riesce ad interferire con la cultura e la libertà scientifica: Dio.
Dall’editto di Costantino che impose il Cristianesimo come religione di stato, la libertà culturale spesso non fu affatto tutelata e basava ben poco per ritrovarsi in contrasto con le nozioni dei dotti vescovi cristiani cattolici e quindi venir imprigionati, torturati o arsi vivi. Per fortuna oggi il contrasto è maggiormente moderato, ma la questione Dio – Scienza è tuttavia attuale.
Entrambi gli schieramenti annoverano tra le loro fila nomi di personalità illustri per il loro sapere, la loro conoscenza e la loro capacità artistico – letterarie.
Pascal, ad esempio, nella propria raccolta di poesie “Pensieri”, appoggiò la tesi religiosa che vede la scienza come ben misera cosa rispetto la natura che la trascende, ma soprattutto rispetto a Dio.
La risposta viene pronunciata dal premio nobel italiano per la fisica Rita Levi Montalcini che in un celebre discorso a Montecitorio volle ribadire la libertà totale che dovrebbe avere “il cervello” rispetto ogni tipo di questione. Infatti la Montalcini non si riferì solamente ai tempi bui della crusca o dei “folkloristici falò da piazza”, ma anche, molto spesso nell’ulitmo secolo, ad una sorta di dispotismo culturale da parte della politica.
Lo scienziato, come fa affermare Brecht a Galileo in Vita di Galileo, non può e non deve essere pilotato dalla politica che spesso, e soprattutto durante la II Guerra Mondiale, usa il genio umano solamente per fini opportunistici. Gli stessi scienziati fecero di tutto per cercare di impedire l’utilizzo dell’atomica e la costruzione della bomba ad  idrogeno (BOMBA H). Ma non sempre agli uomini di scienza è data la possibilità di tirarsi indietro e spesso, al fine di poter ricevere fondi per la propria ricerca son disposti ad arrivare ad un compromesso coi potenti da noi scelti.

In Italia questi secoli di diatribe scientifico – moral – religiose sembrano passati in vano e la scienza ancora non riesce a trovare un suo reale ruolo nella società. Si parla tanto di fuga di cervelli, ma di rado si provano a cercare le motivazioni di base: la mancanza di investimenti è una buona scusante che maschera l’arretratezza sociale e culturale del popolo italiano che non permette sperimentazioni “anti-morali”. Sta di fatto che la maggior parte dei cervelli brillanti italiani sta sparsa nei laboratori di Francia, Inghilterra, Spagna ed America. Ci rimane però l’avanguardia religiosa e la rigidità morale.

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One Response to La scienza dei superstiziosi

  1. geek says:

    effettivamente la chiesa ha rotto! sarebbe da menarli tutti i giorni! hanno il vaticano, si facessero le loro leggi li e si stessero zitti!

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