Noi italiani – emigranti infami

 

 

 

 
 

 

Erano gli anni ’50 – ’60, gli anni del dopoguerra, gli anni della miseria, gli anni della fame, ed esisteva un sogno, l’America. E così, ogni mese, partivano dall’Italia meridionale migliaia di persone, di contadini, di “cafoni”, uomini e donne che legati i propri pochi averi con una corda, si imbarcavano verso porti a loro avviso maggiormente proficui. Molti di loro non ci arrivarono mai a vivere il proprio sogno, il mare non volle. Ma per quelli che riuscirono a vedere la statua della libertà si apriva un portone con dietro speranze e possibilità.

I contadini, però, continuavano a dare i contadini, accumulavano denaro per poi tornare in Italia.

I muratori, però, continuavano a fare i muratori, accumulavano denaro per poi tornare in Italia.

Nulla alla fin fine cambiava realmente, la lingua forse, qualche usanza, e la possibilità di trovare lavoro.

Pochi sono rimasti!

Ed oggi, l’Italia, popolo di emigranti ( America, Germania, Belgio … ) non vuole immigrazione.

Gli italiani che contano almeno un emigrante a famiglia, osservano con occhio torvo persone che, come noi fino a qualche decennio fa, lasciano tutto ciò che hanno nel loro paese ( più affetti che beni materiali ), per venire alla ricerca di un sogno, il sogno Italia, l’Italia dei calciatori e delle veline, l’Italia di Corona e di Baudo, l’Italia del benessere se dello sfarzo. Chiudono i pochi loro averi, se ne hanno, con una corda e si affidano nelle mani di balordi senza coscienza che pur di arricchirsi son pronti a far morire centinaia di persone in una stiva senz’aria, senz’acqua, senza viveri.

 

 

 

Ecco l’Italia cattolica, della Chiesa, di Papa Benedetto, dei valori, del perbenismo, del finto buonismo.

Ecco l’Italia di chi specula sulle disgrazie altrui, di chi fa politica sulla sofferenza.

Ecco l’Italia degli smemorati, delle persone che non volgono lo sguardo al passato, dimenticandosi delle proprie tradizioni.
Quasi sempre vengono scrutati come malfattori, come ladri, magari alcuni sono anche realmente ladri, ma solamente perché la fame e le porte chiuse in faccia riescono a trasformare un uomo, un ragazzo, un bambino, in ciò che in realtà non è.

Il vestito da bravi ragazzi inizia a starci stretto e gli uomini nei bari si preparano ad armarsi con fiaccole, pale, vanghe, bastoni e piccozze in attesa di un banale e futile buon pretesto per dare il via al massacro mediatico, sociale e fisico alcune volte.

Ormai i cartelli di confine sono da cambiare ed il vecchio slogan ( Benvenuti in Italia, il paese del buonsenso e del benessere ) si è trasformato in un qualcosa di più moderno ed adatto ( State in Italia, il paese dell’amnesia, del bigottismo e degli struzzi ).

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One Response to Noi italiani – emigranti infami

  1. luigi says:

    Condivido in pieno la tua visione sull’emigrazione del nostro popolo, aggiungendo un particolare.
    oltre ad essere emigrati per cercare fortuna, hanno esportato anche la parte peggiore, la mafia che nel 1950 si diffuse come una macchia d’olio, dando come esempio la speculazione edilizia, i ricatti, i sopprusi…
    Oggi ci lamentiamo quando in Italia sbarcano centinaia di emigrati, senza pensare che noi occidentali incentiviamo il non sviluppo dei Paesi che oggi anche essendo ricchi di materie prime, sono i più poveri investiti da continue guerre civili. Ci pensi nel terzo millennio non possono avere ancora uno sviluppo indipendente.
    VERGOGNAMOCI!!!

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